Documento della Direzione nazionale del Pri

 

La Direzione nazionale del Pri riunita a Roma il giorno 4 marzo 2013 udita la relazione e la replica del segretario Nucara, le approva. La Direzione evidenzia con preoccupazione il momento di estrema criticità che sta vivendo il Paese: alla crisi finanziaria ed economica in atto, caratterizzata da una fase di acuta recessione, si sovrappone una situazione di rovinosa difficoltà di ordine istituzionale. La Direzione sottolinea che le recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento hanno reso ulteriormente evidenti le carenze di ordine politico e programmatico dei due principali partiti nazionali, che hanno visto, conseguentemente, drasticamente ridotta la loro rappresentatività e peso elettorale; rispetto al 2008 il PD ha perso oltre otto punti percentuali, il PdL addirittura oltre 15 punti percentuali; insieme hanno visto ridotto l’ammontare dei loro consensi per circa 10 milioni di voti. La Direzione nazionale constata che la legge elettorale vigente ha prodotto una situazione di ingovernabilità dell’Italia; infatti, la formazione di quattro poli di aggregazione elettorale, di cui i primi tre sostanzialmente in equilibrio tra loro, ed ognuno al di sotto del 30%, ed il quarto polo, anche se distanziato, con un risultato di poco superiore al 10%, certifica in modo inequivocabile il fallimento della missione bipolare di detta legge. Ma a causa di un confronto elettorale di inaudita violenza, nel corso del quale si è cercata quasi esclusivamente una reciproca delegittimazione di tutti contro tutti, si è prodotto il risultato di rendere di insanabile conflittualità un rapporto già fortemente deteriorato e compromesso da un ventennio di bipolarismo barbaro. L’affermazione elettorale del Movimento 5 Stelle (M5S), oltre ogni prevedibile aspettativa, ha reso il sistema politico italiano totalmente squilibrato, rendendo, al momento, impossibile ogni ipotizzabile aggregazione per dar vita ad un governo solido, efficace ed adeguato alle esigenze del Paese, che si dibatte tuttora in una situazione di instabile equilibrio a causa dell’esplosiva situazione del debito sovrano, e della grave recessione socio economica ed occupazionale in atto. La Direzione nazionale, in questa situazione di stallo, evidenzia il pericolo che l’Italia possa  venirsi a trovare in una condizione di drammatica emergenza (oltre che economica) politico - istituzionale. L’impossibilità oggettiva di pervenire ad un governo autorevole di diretta espressione ed emanazione dei partiti impegnati nella recente campagna elettorale apre una questione, oggi, di notevole rilevanza nel sistema democratico nazionale: come procedere per dare al Paese un governo ed una guida caratterizzati dal necessario prestigio, credibilità e competenza che la situazione in atto richiede, e che trovi in Parlamento il necessario consenso del voto di fiducia per poter iniziare il suo cammino. La Direzione nazionale ritiene che governi “inconsueti” siano possibili nelle repubbliche parlamentari nelle quali ricorra la condizione di un Capo dello Stato che sia eletto dal Parlamento e che sia effettivamente un potere neutrale. Il senatore Visentini approfondì tali questioni, sia dal punto di vista costituzionale, che da quello più strettamente politico, ipotizzando la soluzione del Governo del Presidente (diverso dal governo dei tecnici), allorché nelle repubbliche parlamentari si vivano periodi nei quali non vi sia la maggioranza espressione diretta delle forze politiche e, per ragioni diverse, non si voglia o non si possa ricorrere ad elezioni anticipate. Il Governo del Presidente, nella situazione in atto, dovrà prevedere una guida dai connotati di forte impegno istituzionale e costituzionale: un vero uomo di Stato, il quale dovrà avvalersi di ministri, che possono anche essere connotati in termini politico-partitici, che abbiano un diretto ed esclusivo riferimento, sulla base dell’articolo 92 della costituzione, con il capo del governo. Questo governo dovrà conseguire il consenso sui provvedimenti legislativi proposti con un diretto ed univoco rapporto con il Parlamento. Gli altri soggetti di riferimento del Governo del Presidente dovranno essere: la Unione Europea, fornendo alla stessa le garanzie che l’Italia rispetterà tutti gli impegni sino ad ora assunti e sottoscritti in sede comunitaria; la Banca centrale europea, onde garantirsi l’intervento di forte sostegno da parte della stessa BCE in caso di attacco speculativo da parte dei mercati in occasione della collocazione dei titoli di rinnovo del debito nazionale, che per il 2013 si attesterà in circa 200 miliardi di euro. La Direzione nazionale ritiene che il Governo del Presidente potrà proficuamente individuare un’idonea legge elettorale, che abbia come obiettivo la governabilità e l’interesse dell’Italia, e non quello dei singoli partiti, come avvenne nel finire della passata legislatura. Ciò, però, non vuol dire che dovrà essere posto un limite temporale o di raggio di azione alla vita e all’attività del Governo del Presidente. La Direzione nazionale, infine, ritiene essenziale per il rilancio del Pri la riaffermazione del progetto della costituente repubblicana, liberal-democratica, coniugata con una profonda riflessione circa l’adeguamento del partito alle nuove esigenze politico-culturali, alle nuove realtà operative, ai nuovi modelli di organizzazione sociale. A tal fine dà mandato alla segreteria nazionale di procedere alla convocazione del Consiglio nazionale per tracciare un percorso di approfondimento dei temi prima indicati, da sottoporre alle determinazioni del successivo e tempestivo Congresso nazionale straordinario.